giovedì 7 dicembre 2017

JYRKI LINNAKIVI - KULKURIN VALSSI- recensione

Recensione a cura di Diana Mistera


KULKURIN VALSSI – (IL VALZER DEL VAGABONDO)
Autore: Jyrki Linnankivi
Lingua: Finlandese
Data di uscita: 02 / 2017
Pagine: 200
ISBN: 978-952-01-1499-2

Jyrki Linnankivi è conosciuto in Europa e nel mondo come Jyrki69, il cantante della gothic band finlandese The 69EYES e della rock band The69Cats. È uscito di recente, come Jyrki 69 anche il suo cd solista The Helsinki Vampire, ed è un ambasciatore dell'Unicef.

Seguo i 69EYES dal 2002, e quando lessi la notizia che Jyrki stava scrivendo un libro, da scrittrice quale sono, non poteva che aguzzare la mia curiosità. Perché? Perché ero sicura che non sarebbe stata la solita biografia che, ai giorni d'oggi, va tanto in voga fra artisti più o meno famosi, lo sapevo e lo avevo capito da quello che aveva detto nelle sue interviste di promozione, ma sarebbe stato un lungo viaggio che lui ha voluto raccontarci in base alle sue esperienze; infatti, qui in Finlandia, il libro lo si trova nella sezione ”Matkailu” ovvero Viaggi, e posso già anticiparvi che la lettura del libro per me è stato un bellissimo viaggio attraverso le parole e gli occhi di Jyrki.

Una buona parte del libro è dedicata ai suoi viaggi in USA dove torna almeno una volta all'anno.
Lui, amante di Elvis, della musica e del rock & roll da sempre, sentiva il bisogno di andare la ogni volta che poteva. Io in USA non sono mai stata, nonostante stavo per laurearmi in Anglo-Americano, un sogno che ho dovuto abbandonare per ragioni economiche, ma anche un sogno al quale non ho rinunciato, e giusto nell'anno 2002, quando ho inontrato Jyrki la prima volta a Bologna, al Transylvania ad una festa privata, stavo studiando la beat generation, Jack Kerouac ed il suo On the Road; un libro che viene spesso menzionato anche da lui. Un libro che probabilmente ha cambiato la sua vita, come cambiò la mia, l'unico libro, insieme a Memnoch the Devil di Anne Rice, che misi nella mia valigia quando decisi di trasferirmi in Finlandia, lasciandomi alle spalle tutta la mia libreria che contava centinaia di libri, e non lo dico tanto per dire, sono da sempre una lettrice assidua, e tutta la mia vita fino a quel momento. Quando decidi di intraprendere un viaggio, scegli con chi vuoi farlo ed io presi Jack Kerouac e Anne Rice. Il primo perché avrei voluto laurearmi in Anglo- Americano, e avrei voluto farlo proprio con una tesi sulla Beat Generation e Kerouac, e l'altro per ricordarmi le mie origini. Entrambi testimoni di un sogno che prima o poi realizzerò, dovessi impiegare tutti gli anni che mi restano in questo mondo...

Ma torniamo a Jyrki ed il suo Kulkurin valssi. Come ho accennato nella scheda, è scritto in finlandese e quindi ho impiegato un po' più del solito per leggerlo. Mi è piaciuto molto il suo stile, mi è piaciuta la narrazione in prima persona, e soprattutto mi ha fatto piacere scoprire che, escludendo gli States, eravamo a Londra e Berlino nello stesso periodo, entrambi in un viaggio diverso, ma pur sempre un viaggio. Come lui, anche io sono molto legata a Londra, soprattutto per le mie origini, mia mamma è inglese e quindi ho avuto la fortuna di avere delle splendide zie che abitavano la, soprattutto la zia Su, che mi hanno fatto vivere Londra come nessun italiano avrebbe mai vissuto. Jyrki era guidato dal suo amore per la musica, e Londra è da sempre un fulcro cruciale della musica, come Berlino, io ero guidata dalle mie radici e per me tornarci, è sempre un sentirsi a casa e la commozione è sempre presente. Quello che avevo sempre visto enorme, come la London Tower, la Tube, si ridimensionano e la città stessa si amplifica; si amplifica il modo in cui cammini su quelle pietre, tutto cambia o è cambiato, eppure senti di appartenere a quella città comunque.

Berlino è un 'altra città alla quale anche io sono legata e, leggendola con i suoi occhi, mi sono ritrovata a condividere , in quel taxi, o camminando di fronte allo Zoo, gli stessi pensieri suoi, le sue stesse riflessioni. È stata una esperienza per me irripetibile il viaggio a Berlino, quando le tracce del muro erano ancora visibili sull'asfalto, e quando le foto degli ebrei morti, in bianco e nero, erano un esposizione all'aperto davanti a quei 300 m di muro ancora in piedi, con i resti delle torri di guardia ed il filo spinato sul suolo. Piansi quel giorno, perché fino a quel momento della mia vita, quello che era successo lo avevo letto solo sui libri di storia, e nonostante le date, mi era sembrato irreale; vedere delle prove concrete di quella parte della storia davanti ai miei occhi, fu una doccia gelata.
Parigi è la città che ancora mi manca, e ho letto il capitolo dedicato ad essa avidamente ed ho pure provato un po' di invidia, buona si intende; ma la pietanza più buona della cena, la si lascia sempre per ultima, e visiterò Parigi quando sarà il momento di farlo.

Roma...bé Roma è la città dove sono nata. Ho camminato su quelle strade dove ha camminato lui molte volte, ogni volta come se fosse la prima. Ho visitato il cimitero protestante, dove ho messo la mia rosa rossa sulla tomba di Keats. Ho letto i versi di Shelley di fronte alle sua lapide, non perché ero una goth, in quegli anni in Italia c'erano i Paninari e i dark, io andavo vestita di nero e con il rossetto viola , ma ascoltavo i Duran Duran e gli Alphaville, il mio periodo goth arrivò più tardi, ma evidentemente quel sangue li, scorreva giá nelle mie vene...

La parte del libro che ho amato in modo particolare è la parte finale, dedicata alla sua Africa, dove è stato come ambasciatore dell'Unicef, ho trovato molto interessante il capitolo dedicato al Voodoo, e gli do' ragione, certe cose è meglio non saperle a volte, e Alphonso ha fatto bene a non dirgliele. Ho letto e riletto questa parte dedicata all'Africa perché fra le righe ho percepito la sua anima, la sua crescita come essere umano, quello che mi ha portato a volerlo incontrare di nuovo a distanza di 15 anni. Non credo lui si sia ricordato di me, alla Fiera del Libro di Helsinki lo scorso settembre,e come avrebbe potuto? 15 anni non sono pochi e si cambia...Quel lontano 24 Ottobre 2002 eravamo seduti uno dietro all'altra, io con la mia amica Eva a parlare tutta la notte con Bazie, eravamo sue ospiti a quel party, e lui con tutti gli altri.

Ho un'unica nota negativa da riportare:
Dato che si tratta di un libro che non prevede una traduzione in inglese, é troppo incentrato sull'America. e manca un po' del coinvolgimento emotivo, nel senso che; si legge una serie di viaggi che ha fatto, certe cose sono successe, ma sembra piú una lista di luoghi piuttosto  che esperienze che come tali lasciano un segno, un insegnamento; coinvolgimento che ho ad esempio trovato nel capitolo dedicato alla Sua Africa che,  come ho detto in precedenza, rimane  uno dei capitoli che ho amato di piú. del libro











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