Ciao a tutti oggi vi presento LA TELA RUSSA di Sonia Perin, un libro che vi terrà incollati alle pagine. Presto la mia recensione. STAY TUNED!
Sinossi:
Una pericolosa minaccia incombe su
Venezia e l’unica speranza di salvezza è nelle mani di una sola
persona. Il carnevale rischia di trasformarsi in un’enorme maschera
di sangue e distruzione ordita dall’Isis e da alcuni terroristi
russi. Un passato che non vuole essere dimenticato e che torna, più
potente e reale che mai, nella mente e nel cuore di una donna. Un
incubo soffocante che si nutre degli ideali dell’estremismo
islamico.
Estratto 1:
Hammed stava immobile, guardando i due uomini seduti davanti a lui, oltre il lungo tavolo che divideva la stanza. La finestra, con i vetri sporchi, lasciava entrare l’ultima poca luce del giorno e non bastava per vedere con chiarezza i loro volti. Aveva fatto la sua richiesta e aspettava la risposta. Si stavano consultando per decidere se dare il loro contributo alla sua causa, parlando in uno stretto russo che gli era difficile da capire. Si erano incontrati all’uscita della stazione di Torino, alcune ore prima, a metà pomeriggio. Due volti duri, senza espressione. Dopo averlo fatto salire in una elegante auto, si erano messi a girare per la città cambiando continuamente percorso. Si erano fermati solo per lasciare la prestigiosa berlina e salire a bordo di una sgangherata Cinquecento, e dopo un ulteriore giro avevano raggiunto un appartamento in un palazzone di periferia dove regnava il degrado.
Non era stato facile trovarli, le informazioni erano state contraddittorie. Il gruppo russo era segretissimo. I servizi segreti di tutto il mondo erano sulle loro tracce da anni, ma senza alcun risultato.
Estratto 2:
Toni Krool si era allontanato dall’amica senza mai voltarsi. Se erano vere le intuizioni della Colmar, erano entrambi in pericolo. Aveva ricordato il loro modo di comunicare al tempo delle azioni svolte insieme, un’intuizione che aveva più volte salvato loro la vita. Condizionato, sentiva delle presenze alle spalle e represse la voglia di accelerare il passo. Doveva riflettere, ma la cosa più saggia era tornare a casa e far credere che nessun accordo era stato fatto. La sua amica aveva scritto sul foglio il nome di Roman Alck, diceva di aver riconosciuto il terrorista che ora operava facendosi chiamare Simon Fjòdor. La conferma ancora non c’era ma lui, conoscendola, non ne dubitava. Il sospetto che fossero intercettati i loro dialoghi era giustificato da quel nome. Si avviò verso la stazione ferroviaria di Conegliano. Voleva prendere l’ultimo treno per Mestre. Da lì quello per Lugano. Tornato in Svizzera, doveva contattare la Dis e trasmettere i sospetti di Asia. L’entusiasmo di una nuova missione lo stava prendendo, questa volta non lo avrebbero lasciato fuori. Lui e Asia avevano condiviso, proteggendosi a vicenda, tante missioni, poteva dire che avevano girato l’Europa insieme. Poi era arrivato Diego, aveva preso il suo posto, conquistando anche il cuore dell’amica. Il disastro alla stazione di Venezia aveva messo fine a tutto.
Estratto 3:
«Parti subito! Ti aspetterò nel piazzale dell’albergo dove ci siamo incontrati l’ultima volta. Sii prudente». Se erano in pericolo dovevano partire in fretta. Asia chiuse la comunicazione. Chiamò Simon.
«Ok! Partiamo tra poco. Ho un posto
sicuro dove nasconderci. Ho parlato con Toni, non dire niente! So già
come la pensi. Porto i ragazzi e Ilary». Lo mise al corrente dei
suoi piani.
«Tranquilla Asia, siamo al punto che
non si può tornare indietro. Se hai fiducia nel tuo amico, ben venga
la sua collaborazione. Potrai con calma farmi sapere dove sei, e se
lui vuole possiamo creare un incontro. Ci sono tante cose che deve
sapere».
La voce di Simon era stanca,
innaturale. Aveva timore per lei.
«Asia, ci tengo a te». Le disse
Fjòdor, non attese risposta e fece cadere la comunicazione. Lei
rimase a fissare il microfono con un nodo alla gola.
LINK ACQUISTO
Grazie Diana Mistera
RispondiElimina