La notte
quel momento in cui
i ricordi strisciano sul soffitto
come serpenti dalla lunghezza infinita
rincorrendo ombre dislocate.
Cerco le tue mani come un cieco;
persa e presa dallo sconforto
trovo la notte ad abbracciarmi
indossa il tuo volto, il tuo corpo
Mi guarda con i tuoi occhi
Sa che mai la tradirò
con la luce dei raggi del sole,
che ascolterò sempre il mio cuore
testardo come pochi.
Debolmente cerco di scacciarti.
Sorridi, hai già vinto ma mi lasci
giocare
illudendomi
che sono io a controllare questo gioco
forgiato dall'orgoglio.
Nella notte so che mi pensi
nel buio mi cerchi
ti cerco.
Mi vuoi
ti voglio.
Mi trovi
poni fine alla mia fuga
Mi arrendo.
Inutile fingere, ignorare
non voglio più fuggire,
nonostante le ferite ancora aperte e
mai rimarginate
ti appartengo, mi appartieni.
©
Diana Mistera 2.6.2016
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