Era una tiepida sera di estate. Una lieve brezza, stava dando un po' di tregua al caldo torrido della giornata. Tutto il vicinato era a veglia. Le voci gioiose dei bambini che giocavano a calcio lungo la via si alzavano al cielo confondendosi con il continuo spettegolare delle vecchie matrone che sorde, urlavano invece di parlare.
Al pub i giovani conversavano delle vacanze imminenti sorseggiando della birra, mentre le ragazze si facevano continui selfie da pubblicare sui vari social media.
Lux seduta da sola davanti ad un Martini coktail, leggeva un libro mangiando di tanto in tanto i salatini che le aveva portato il barista. Il cellulare era capovolto sul tavolo con la suoneria muta e la vibrazione attiva. Era il momento della giornata che preferiva quello della sera.
Alzando la testa dalle pagine del libro, notò uno strano movimento fra le ragazze che improvvisamente dimenticarono i selfie ed iniziarono a guardarsi fra loro in quel modo di intesa che solo le donne hanno; un giovane straniero era giunto in quel paese sperduto fra le colline senesi, e aveva subito attirato l'attenzione su di se, persino Lux sentì un brivido attraversarle la schiena: era di una bellezza rara ed aveva un magnetismo unico. Degli occhi blu brillavano come specchi su un viso da angelo contornato da lunghi capelli lunghi, lisci e neri come la notte, che gli cadevano sulle spalle. Una maglietta nera gli fasciava il torace scolpito e dei jeans scuri le gambe muscolose.
Si sedette ad un tavolo poco distante da quello di Lux ordinando un Bloody Mary. Una scelta particolare, pensò Lux fra se. Nessuno, a parte suo padre, aveva mai fatto una tale richiesta, e suo padre era purtroppo morto da quasi un anno. Il barista confuso sorrise e scomparve dietro al bancone del bar.
Chissà se avevano tutti gli ingredienti per fare un Bloody Mary? Pensò Lux fra se, poi tornò ad immergersi nelle pagine del libro; ma era distratta, attratta da quello straniero, e ben presto fu costretta a chiudere il libro e iniziare anche lei a trafficare con il cellulare pur di non perdersi in quegli occhi che la guardavano con intensità; fantasticare su quelle labbra carnose e perfette che si erano aperte in uno splendido sorriso; rivolto a lei.
Le ragazze iniziarono a parlare a voce troppo alta, i ragazzi, probabilmente accortosi del probabile nemico, divennero possessivi con quelle femmine che fino a poco tempo prima non avevano degnato di nessun tipo di attenzione. Le più audaci si avvicinarono al tavolo dello straniero, iniziando degli small talks con lui che rispondeva gentilmente ma senza dare loro troppa confidenza. I più cretini iniziarono a fare battute stupide con il solo intento di provocarlo, ma lui, li ignorò sorseggiando il suo Bloody Mary.
“Ehi Lux, possiamo tenere le tue poesie esposte ancora per un po'? ” Le disse il barista portandole il secondo Martini Cocktail
“Si si...c'è ancora qualcuno che legge poesie?” chiese ironica
“Si. Hai ricevuto molti complimenti, soprattutto da ospiti stranieri nel guest book, hai avuto un'idea fantastica a voler esporre i tuoi lavori sia in italiano che in inglese e con delle illustrazioni da te dipinte!”
“Grazie”
“Così sei una poetessa...”
Lux alzò lo sguardo. Lo straniero le si era materializzato di fronte: non era solo bello, era anche molto alto.
“Scrivo poesie, non so se questo fa di me una poetessa...e sono una pittrice...”
Il giovane sorrise “Io suono la chitarra, e non so se questo fa di me un musicista...” Lux non riuscì a trattenere un sorriso e quel muscolo che per troppo tempo era rimasto in silenzio iniziò a bussare nella cassa toracica fin troppo forte.
“A presto poetessa”
“A presto musicista.”
Quella notte Lux ebbe difficoltà a prender sonno. Il viso del giovane non abbandonò un solo istante la sua testa .
Per molte sere Lux andò in quel pub e lo stesso fece lo straniero.
I sogni della giovane donna iniziarono ad essere abitati da quegli occhi, da quel viso, da quel corpo. Quegli stessi sogni le raccontavano storie, le davano visioni di vite che non aveva mai vissuto in cui erano insieme ed ogni volta che i loro sguardi si incontravano, il sorriso dello straniero diventava sempre più consapevole, ma al di la di poche battute, il giovane era un mistero sia per lei che per la comunità.
Una sorta di passione mista ad ossessione prese corpo in Lux, bruciava e tagliava come una lama di rasoio ed esplodeva nelle poesie, che scriveva, quasi senza controllo, nei quadri che aveva ripreso a dipingere.
Nel cielo splendeva una bellissima luna piena, erano settimane che si incontravano al bar e ancora non conosceva il suo nome ed uno strano impeto la travolse. Doveva sapere chi era quel giovane che le stava narrando storie nei sogni e guidava i versi delle sue poesie ed il pennello nelle sue tavole. Titubante, si avvicinò a lui, e prima ancora di pronunciare la domanda il giovane rispose:
“Vlad...Vlad è il mio nome.”
“Ho bisogno di ritrarti, perché non riesco più a farlo solo a parole.”
“È una proposta?” rispose sorridendo maliziosamente.
Lux arrossì ed abbassando lo sguardo rispose:
“Lascia stare...non importa...”
“Tu sei stata ferita profondamente tanto tempo fa...” Disse Vlad guardandola con maggiore intensità, e sfiorandole il viso con una carezza continuò “ Sarei onorato...”
“Non ho soldi per pagarti...”
“Non importa. Quando iniziamo?”
"Quando vuoi...quando sei libero.”
Vlad guardò l'orologio da taschino, poi guardò fuori nella notte:
“Anche subito...le notti di luna piena sono così magiche...”
Raggiunsero la casa di Lux e andarono nello studio.
“Come vuoi ritrarmi?” Chiese il giovane con una strana luce negli occhi.
“Tu mettiti a tuo agio al resto penso io.” rispose Lux con un lieve imbarazzo.
Il pennello iniziò a muoversi freneticamente e lui silenziosamente posava.
Ogni poesia non scritta trovò espressione sulla tela. Pennellata dopo pennellata, schizzo dopo schizzo, lentamente il quadro prese corpo ed ogni sfumatura divenne un pezzo di un grande puzzle.
Il fuoco alimentava il pennello, lo stesso che quegli occhi celavano.
Ben presto fu impossibile contenere il desiderio esploso in entrambi fra pennelli e versi; e nella quarta notte di luna piena, si arresero alla passione promettendosi amore eterno.
La quinta notte di luna piena però, Lux al suo risveglio, si ritrovò da sola. Vlad era scomparso nello stesso modo in cui era apparso; al di la delle promesse, lasciandole un vuoto dentro che non riusciva a colmare in nessun modo se non dormendo e sognando di lui.
Baci infuocati e amori lussuriosi iniziarono ad animare i sogni della giovane donna e ben presto non riuscì più ne a scrivere ne a dipingere.
Era settembre quando il postino suonò alla porta con una lettera. Non c'era mittente non c'era neppure la provenienza.
Lux aprì tremante la missiva. Una rosa nera era stata disegnata meticolosamente; era perfetta e sotto di essa una frase scritta con il rosso del sangue:
”Scomparirò come sono apparso, ma continuerò a provocare in te il proibito.”
Istintivamente si guardò allo specchio. Qualcosa era cambiato in lei. Non prese sul serio la frase lasciata dal misterioso Vlad, fin quando non iniziò a sentirsi svuotata. La disperazione prese il sopravvento spingendola lentamente verso un abisso, che mai le era sembrato così profondo, e non ne vedeva neppure la fine.
Lux non riuscì più a distinguere il confine fra la realtà e sogno.
Si imponeva di dormire e di sognarlo pur di sentirlo dentro; pur di sentire le sue mani, le sue labbra ed al risveglio, lacrime amare scendevano dai suoi occhi cadendo su quelli di Vlad, senza intaccare minimamente i colori del ritratto con il quale divideva ormai le sue notti.
Non c'era riposo, non c'era fuga da quegli occhi, solo ombre che la seguivano. Vlad l'aveva incatenata a se.
Caparbia continuò a frequentare il bar e sedersi al solito tavolino, aspettandolo ossessionata dalla convinzione che un giorno sarebbe tornato.
Ormai abbandonata persino dalla propria anima sedeva e attendeva; ed ogni sera sconfitta si trascinava a casa.
Era la sesta luna piena. Negli occhi di Lux l'ultima scintilla vitale stava per spegnersi mentre guardava la pienezza della Luna invidiandone la luminosità, una luce bellissima la stessa che una volta anche lei aveva posseduto, i polsi aperti gocciolavano sangue su quel ritratto. Nessuno si ricordava più di quello straniero; quando l'avrebbero trovata ormai esangue, nessuno si sarebbe preoccupato a cercarne il motivo. Era da sempre stata la strana del paese. Nessuno avrebbe pianto sulla sua tomba a nessuno sarebbe mancata.
Una figura alta e scura si avvicinò a Lux, sbucata dal nulla:
“Abbiamo una cicatrice in comune”
Quella voce. Impossibile non riconoscerla.
Lux sorrise ironica incrociando quegli occhi di nuovo.
Aveva immaginato tante volte cosa avrebbe detto a Vlad nel momento in cui sarebbe tornato, aveva giocato con quell'idea così tante volte che era sicura di non fallire. Con quale tempestività era tornato a darle il bacio della morte.
Gli avrebbe voluto chiedere se lo aveva fatto stare bene l'averla abbandonata in quel modo attaccata ad una promessa di eterno amore, il sogno di ogni poeta.
Gli avrebbe voluto gridare tutta la rabbia che aveva dentro, gli avrebbe voluto urlare se lo faceva stare bene il sapere che aveva lasciato la sua anima in catene e moribonda.
Vlad accompagnandola nel suo ultimo respiro le sussurrò:
“Sono tornato per restare”
Vlad la sollevò, la strinse a se. Le ferite ai polsi si rimarginarono appena il giovane vi ci posò le labbra. La passione che per mesi l'aveva tenuta in vita schiuse finalmente le sue ali e quando giunse l'alba Vlad la prese per l'ultima volta.
Lux sentì la vita uscire dal suo corpo sotto l'ultimo bacio di Vlad e tornare indietro, da una ferita che con il suo pugnale Vlad si aprì sul petto, all'altezza del cure.
“Bevi... Adesso abbiamo l'eternità davanti. Io mantengo sempre le mie promesse e mi prendo sempre ciò che mi appartiene.”
E di Lux non si seppe più niente. I giornali riportarono la seguente notizia:
“Giovane promettente poetessa e pittrice scompare nel nulla in una notte di Luna piena. Ha lasciato solo le sue poesie ed una serie di quadri di un giovane sconosciuto. 616 tele per la precisione, che sono state acquistate da uno sconosciuto.”
Lux e Vlad vivono ancora in quei quadri e li vivranno per sempre, facendo languire i fanciulli e le fanciulle soli. Facendo sospirare gli innamorati, o coloro che pensano di esserlo, ed ispirano giovani poeti che continuano a scrivere di quell'amore eterno, senza sapere che la forza distruttiva di tale passione, è sempre meglio solo leggerla nelle poesie dei poeti maledetti.
© Diana Mistera Maggio 2017 rieditato Maggio 2020
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