era negli inferi che
devevo discendere per trovarti
riprenderti, rapirti.
Non mi interessava chi eri divenuto lá
o dove ci eravamo incontrarti
perché una volta dentro
non esistevano piú vincoli
se non quelli che il cuore
batteva finquando
avrei avuto la capacitá di sentirlo.
Una visione vaga divenne il passato
che cercai disperatamente
nella cassa delle cose smarrite
e la memoria lentamente svaniva
combattendo contro l'orologio
che scandiva un tempo a me sconosciuto
nelle mura sature di rimpianti
ed il futuro, era a mia disposizione
solo se non mi sarei smarrita
nella via del ritorno.
Tornai con il mio bagaglio di sogni
infranti
in quello che divenne il mio inferno
dannata perché
ero solo io a ricordare
quanto mi era costata la tua salvezza
mentre mi osservavi come una sconosciuta
con quel tuo
sguardo assente.
©
Diana Mistera 2.10.2013
ogni diritto é risevato per la foto, al suo proprietario.
Nessun commento:
Posta un commento