Recensione Diana
Mistera
I Duran Duran sono
stati il simbolo dei giovani della mia epoca, quindi appena ho
scoperto che John Taylor aveva scritto una propria biografia, l'ho
subito desiderata.
Perché John Taylor
e non Andy Taylor, che l'ha scritta prima di lui?
Semplicemente perché
insieme ai poster di Marian Gold, nel muro della mia cameretta erano
quelli di John; perché mi presentai dalla parrucchiera all'etá di
15 anni con la foto di John chiedendo di farmi la stessa
accocciatura; perché alle varie fiere cercavo meticolosamente i
braccialetti di gomma neri perché li aveva lui al braccio; perché
fra tutti i Duran Duran era quello che mi piaceva.
Insieme ai dischi
degli Alphaville, quelli dei Duran erano i piú ascoltati; dapprima
nel vecchio giradischi anni '70 di mio padre, poi nello stereo piú
moderno in camera mia.
Ricordo di essere
stata la prima ad indossare la maglietta dei Duran Duran nel piccolo
paesino toscano in cui vivevo, la prima ad indossare chiffon, la
prima a collezionare qualsiasi cosa mi capitasse sotto gli occhi, in
cui era il bel John.
Perché fui la
pionera di molte cose? Perché mia mamma é inglese ed in quel
periodo ho speso molte estati in Inghilterra dai nonni che abitavano
a Dorset e dalle zie che stavano a Londra e proprio in Inghilterra
comprai tutti i dischi, fino ad Arena, dei Duran Duran, che trasferii
in cassette da portare sempre con me nel walkman, altra icona degli
indimenticabili anni '80.
Ma parliamo del
libro senza perdersi nella malinconia; cosa mi é piaciuto di IN THE
PLASURE GROOVE: LOVE, DEATH, AND DURAN DURAN?
Innanzitutto la
descrizione dei suoi primi anni,quando poco piú che teenager giá
mostrava un forte interesse per la musica, le domeniche trascorse in
famiglia ad ascoltare i vecchi dischi o in camera ad ascoltare le
radio pirata.
Mi é piaciuto il
descrivere la casa dei suoi genitori, la Ford del padre; tutte cose
che a me sono molto familiari perché mi ricordano la casa dei miei
nonni inglesi e la Ford marrone di mio nonno.
Andando avanti la
lettura si fa molto piú intrigante perché scopri che anche lui era
un fan di molti artisti di cui imitava il look, anche lui trascorreva
ore nei negozi di dischi a cercare le novitá, proprio come facevo
io; scoprire il ragazzo dietro all'icona con tutti i suoi
difetti,l'uomo con le sue paranoie, l'ascensione, la caduta, la
rinascita.
Non nascondo che qua
e la sono uscite delle lacrimuccie, perché per me che lo vedevo
sempre sorridente nei video o nei posters, era impossibile pensare
quello che invece c'era dietro, immaginare il ragazzo, le costrizioni
a causa del delirio delle fans, la superficialitá e l'egoismo di una
persona che ha avuto tutto quello che desiderava, perdendo quindi il
valore di tutto. Mi ha colpito la sua tenacia, che si vede tutt'oggi
quando é sul palco a distanza di anni, si vede che ama suonare, ama
quello che fa, non solo lui ma anche gli altri, una passione che nei
gruppi famosi moderni non si vede, come raramente si vede anche il
vero talento o la professionalitá.
Mi é piaciuto il
suo esporsi senza veli, il raccontare della rehab, il demone che si
celava dietro la sua faccia da angelo.
Le foto presenti
all'interno del libro piú o meno in ogni capitolo sono davvero
eccezionali ed uniche, ed il capitolo dedicato all'Italia mi ha
onorata, anche se, io ero piccola quindi i Duran Duran li vidi in
concerto in tv su rai 2.
Io, il libro l'ho
praticamente divorato, ho assaporato ogni singola parola, mi sono
immersa completamente in ogni capitolo. Non mi sono trovata d'accordo
con i commenti di altri lettori che ho letto qua e la e che hanno
affermato che la seconda parte del libro sembra scritta in fretta,
secondo me i particolari su cui lui voleva soffermarsi sono stati
affrontati molto bene ed approfonditi come dovevano essere
approfonditi. La lettura é stata magnetica, mi sono dovuta imporre
spesso di smettere per non divorarlo in una solo serata, dato che amo
leggere prima di addormentarmi, nel silenzio della notte.
Adesso che ho
concluso questa full immersion; l'icona si é frantumata lasciando il
posto all'uomo ed il fatto che questa lettura l'ho fatta a 41 anni mi
ha fatto apprezzare di piú questo suo mettersi a nudo, é risaputo;
i fans divinizzano l'idolo, pensano che sia l'uomo o la donna
perfetti, dimenticandosi che pure loro sono esseri umani ed affatto
perfetti ed a 41 anni non puoi piú essere una fanatica esaltata e
una lettura del genere diventa molto piú ammaliante.
Consiglio vivamente
questo libro a chi ha semplicemente assistito a questo fenomeno
attraverso i racconti dei genitori ed a tutti coloro che come me
erano duraniani, ma che purtroppo non erano abbastanza grandi per
vederli live proprio in quel periodo in cui Wild Boys divenne l'inno
dei paninari; la nostra generazione ha aperto le porte a quelle
future. Sono feliccissima di avere vissuto pienamente gli anni '80,
con il delirio che ne seguí, con le lacrime che piangemmo quando a
Sanremo Simon le Bon arrivó con il piede rotto presentato da Pippo
Baudo e l'agonia che vivemmo quando Simon Le Bon ebbe l'incidente con
la barca, nonostante ”amassimo” John Taylor, ecco, é proprio lui
a raccontare cosa invece c'era dietro le scene, le luci, i servizi
fotografici ed i video; la solitudine e le sue paranoie nonostante
il successo.