martedì 30 giugno 2020

SOTT'ACQUA

Non vedo il fondo in questo mare
e la tempesta é vicino
sento il suo tocco tagliente sulla mia anima.
Non vedo se sotto  di me
ci sono lucci 
o squali, che potrebbero inghiottirmi con un solo morso.

Tu puoi vedere 
anche nella profondità della superficie
lo so, la stessa profondità la porti con te,
ma vedi solo gli squali, eppure
mi incoraggi ad osare
perché non ti fidi dei tuoi sensi.
Non ti sei mai immerso così pericolosamente vero?
Neppure io.
E la superficie dell'acqua
riesce a trovare il nostro tallone di Achille
e come una lancia ci colpisce senza pietà, senza avviso.

Tu questo mi fai...
mi porti alla deriva 
sempre più lontano dalla spiaggia sicura
ed ho le vertigini e sono spaventata
ma sento la tua voce chiamarmi e non posso più ignorarla
anche se non capisco se sia un grido disperato
per allontanare gli squali...o me.

Mi hai fatto scoprire di avere un potere segreto 
non mi voglio più  nascondere
non voglio bloccarmi, non voglio scappare
non voglio perderti, combatterò per averti
per raggiungerti, non mi arrenderò.


Lo senti, quando sott'acqua grido forte il tuo nome?
Sto annegando o salendo di nuovo alla superficie?

© Diana Mistera 2020



domenica 14 giugno 2020

LAVANDA, PREZZEMOLO, SALVIA, ROSMARINO E TIMO

Ricordo un tempo lontano.
Abitavo in una piccola casa in una  delle foreste dello Yorkshire, una delle sue città, quella vicino alla mia capanna, era molto famosa per la sua Fiera, alla quale andavo per barattare la mia merce in cambio di quello di cui avevo bisogno per sopravvivere.
Nella mia cesta trovavi sempre le solite spezie: salvia, lavanda, timo e rosmarino. Amavo essere circondata dai loro profumi. Io stessa le coltivavo per fare pozioni, oli saponi e sacchetti per attirare abbondanza e virtù.
Circondata da questi profumi camminavo fra la gente, nella mia veste più bella. Barattavo queste mie creazioni in cambio, di pane, uova e formaggio.
Quando l'inverno era alle porte, le barattavo con la lana, che usavo per cucire le vesti che mi avrebbero tenuto al caldo e coperte. Il bosco provvedeva a tutto il resto, perché ero a lui devota.
Al mercato, ammiravo le arti dei fabbri e dei lavoratori del legno e della cera.
Gli anni passavano divenni una giovane donna corteggiata da tanti, voluta veramente da nessuno, perché strega.
Doveva pur esserci l'amore la fuori anche per me, sospiravo alla Luna ogni notte, mentre continuavo perpetuamente a coltivare queste spezie.
Da sempre avevo parlato con lei di tutto. Lei mi ascoltava come una madre, mi sorrideva come un'amica, mi incoraggiava come donna, durante le sue fasi. Lentamente  però persi questa convinzione, e non parlai più alla luna dell'amore, anche perché se mi guardavo intorno non ne trovavo di amore, non quello che credevo io fosse l'amore.
Ogni anno per la festa di Beltane il mercato era la mia meta fissa.
Preparai il mio tavolo con molta cura con la mia merce. Fra le tante passioni che avevo, c'era anche quella di creare degli amuleti in legno;ma da me volevano solo pozioni.
Le giovani donne in età da matrimonio, di solito cercavano quella dell'amore, come se indurre qualcuno ad amarti fosse il compito principale di una strega, ma dovevo pur mangiare, e facevo loro delle pozioni, con salvia, prezzemolo, lavanda, rosmarino e timo. L'amore non si può barattare e ne si può indurre la propria volontà su qualcuno. Ami me e me solamente, si, ma per quanto?  Sapevano davvero cosa era l'amore? Mi sarebbe piaciuto sapere perché non ne avevo idea, pensavo ogni volta che concentravo le mie energie su quello che demandavano.
Un giorno si avvicinò al mio banco un uomo. Sentii la gente sussurrare che era uno stregone ed erano anni che non aveva più visitato il mercato, quell'anno la sua visita sconvolse tutti.
In molti avevano creduto che fosse morto. Era un eremita, nessuno conosceva il suo passato ne da dove era venuto; e mi ricordo che da piccola lo avevo visto una volta, ma la memoria era sfuocata.  Ma aveva una energia che la mia anima conosceva davvero bene, e non riuscivo a controllare il mio cuore nel battere troppo forte in petto.
Le sue vesti erano scure e indossava un cappuccio che gli copriva parte del viso.
Era alto per quello che riuscivo a vedere, con dei lunghi capelli dello stesso colore della notte.
Dei pantaloni neri gli fasciavano i fianchi e le gambe, una camicia nera  aperta sul torace  faceva intravedere che se era lo stesso uomo che avevo visto da piccola, non era invecchiato di un giorno.
Al collo portava un medaglione con su rappresentato un lupo nero.
Guardando le mie erbe disse:
“Lavanda, prezzemolo, salvia, rosmarino e timo...”
“Si signore. Le coltivo io stessa...”
“ Mi ricordano  colei che fu una volta il mio vero amore...”
“Oh, parlate al passato...”
“Il tempo non ha nessuna importanza per quelli come me...passato, presente e futuro, si annullano e congiungono nella loro staticità...”
Fu in quel momento che alzando la testa dal mio tavolo, mi guardò con gli occhi del colore del blu del mare, e io ricordai; colui che in ogni mia vita, fu il mio vero amore.
“Lavanda , prezzemolo salvia e rosmarino, mi faranno sempre ritrovare il sentiero che mi porterà a te, perché sono il tuo vero amore. La lavanda ti proteggerà durante la mia assenza. Il prezzemolo ti conforterà. La salvia  ti darà la forza. Il rosmarino è l'amore che necessiterai per perdonarmi, e il timo sarà il coraggio di entrambi, ma soprattutto il mio di ritornare. ”



© Diana Mistera 2020





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